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domenica 13 Ottobre 2024

Venezia Biennale Arte 2024

I viaggi di Ecoluxury
Relatore/i | Prof.a Carmen Lorezetti
Data: domenica 13 Ottobre 2024

Stranieri ovunque/Foreigners Everywhere

La 60a Biennale di Venezia è intitolata Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere ed è curata dal brasiliano Adriano Pedrosa. Il titolo è preso in prestito dalla serie di lavori iniziati nel 2004 dal collettivo parigino ora di base a Palermo Claire Fontaine. I lavori sono delle sculture al neon di diversi colori con la traduzione in un numero crescente di lingue della frase “Stranieri Ovunque”. La frase a sua volta deriva dal collettivo torinese omonimo che combatteva razzismo e xenofobia dall’inizio del 2000. Questa espressione – secondo Pedrosa – ha diversi significati. Prima di tutto, che in qualsiasi posto si vada e dovunque ci si trovi si incontrano sempre degli stranieri – loro/noi siamo dappertutto. In secondo luogo, non importa dove ci si trovi, si è sempre veramente e profondamente stranieri. Il nome italiano per straniero, il portoghese estranjero, il francese étranger, e lo spagnolo extranjero, sono tutti etimologicamente connessi con il termine strano, estranho, étrange, che è lo strano-strange. E il riferimento immediato è al perturbante di Freud, un qualcosa di familiare visto come per la prima volta, con occhi diversi e che diventa quindi inquietante. Rifacendosi al significato originario di strano come queer, secondo il dizionario di Oxford, la Biennale si riferisce all’artista queer, che si muove tra diverse sessualità e generi, all’artista outsider, che è collocato ai margini del mercato, magari da autodidatta, all’artista folk, ossia popolare, all’artista indigeno, frequentemente trattato come straniero nella sua terra. Gli artisti indigeni hanno un’emblematica presenza nel Padiglione Centrale, dove il collettivo brasiliano Mahku dipinge un murale monumentale sulla facciata, e alle Corderie, dove il collettivo Maataho di Aotearoa/Nuova Zelanda presenta una grande installazione nella prima sala. La Biennale dunque si sviluppa in due grandi spazi: i Giardini e l’Arsenale ed è divista in Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico, con presentazione di artisti che non hanno mai partecipato alla Biennale Internazionale, anche se magari hanno fatto mostre nei Padiglioni o in eventi collaterali. Una sezione del Nucleo Contemporaneo alle Corderie dell’Arsenale è dedicata all’Archivio della Disobbedienza curato da Marco Scotini, che dal 2005 ha sviluppato un archivio video focalizzato sulle relazioni tra pratiche artistiche e attivismo. La presentazione di questa sezione è disegnata da Juliana Ziebell. Questa sezione è divisa in due parti concepite proprio per il tema della Biennale: Attivismo della Diaspora e Disobbedienza di Genere, con 39 artisti e collettivi dal 1975 al 2023. Il Nucleo Storico raccoglie lavori del XX secolo provenienti da America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia che si sono misurati con il concetto di modernismo, creando un’interpretazione del modernismo nel Sud Globale. Nel Padiglione Centrale tre sale sono dedicate al Nucleo Storico: una dedicata ai Ritratti (con 112 artisti), la seconda, all’Astrazione con 37 artisti, infine la terza sala comprende artisti italiani della diaspora. Infine ci sono in primo luogo moltissimi lavori tessili, che rivelano un interesse nell’artigianato, la tradizione e il fatto a mano, dall’altro, artisti legati da vincoli familiari e da una tecnica che si tramanda oralmente in un recupero della memoria e della tradizione. La mostra comprende 332 artisti e sarà una maratona: si consigliano scarpe da tennis, borraccia d’acqua e tanta voglia di scoprire l’arte contemporanea. Carmen Lorenzetti